domenica 14 agosto 2011

Manhattan - giorno 3

Per iniziare, alcune foto scattate nel tragitto per arrivare al nostro obbiettivo della mattinata, cioè Macy's
dintorni di Macy's

lo stadio in ristrutturazione (a destra)
la Bank of America

una struttura assurda, mitico l'aereoplano
una breve visuale della Bank of America:


Macy's: Credo sia uno dei centri commerciali più grandi al mondo. 7 piani di unico e immenso negozio. Scordatevi toccata e fuga, se cercate qualcosa fra i vari piani impiegherete 1 ora solo di scale mobili (tra l’altro caratteristiche perché dell’età della pietra). Si tratta quasi esclusivamente di vestiti, firmati e non, con roba della Guess, Armani, Dolce e Gabbana. I prezzi variano, per una giacca ad esempio, dai 50$ ai 750$. Molto bella l’esposizione, i posters e le sale personalizzate per la marca ma allo stesso tempo contigue e non separate l’una dall’altra. All’interno è presente anche un negozietto di souvenirs e 3 punti di ristorazione, tra cui un McDonald contiguo a dei vestiti firmati, che acquisiscono così l’aroma gradevole del fritto. Notevole l’ingresso, uno sfarzo atroce tra gioielli (all’ingresso, si, per facilitare le rapine) e macchine di formula 1 (ma perché???), abbinamenti di cose a caso prive di senso con l’unico scopo di convincere il turista che quello sia un negozio per ricchi. Abbiamo acquistato giacche da 50$ a testa in 100% fibra sintetica da sacchetti della spesa per andare in un club, e nonostante questo eravamo i più eleganti. Chissà chi le indossa le giacche da 700$, a Manhattan.
com'è salirci sopra e sfrecciare tra i taxi?

Pranzo al Macy's Cellar: questo piccolo fastfood nel semi interrato di Mecy era molto caratteristico, ci siamo sparati il classico burger enorme con cipolle patate etc, e l’immancabile Blue Moon salvavita. Mi pare di aver speso sui 30$ a testa. Si è mangiato molto bene, stavo scoppiando. Franz espone brevemente la situazione:


Time Square: posto abbastanza suggestivo, mille luci, caos elevato; non molto estesa, vi sono parecchi negozi interessanti. Stupendo il tentativo di scippo da parte di una donna afroamericana ai danni dell’amico Lele: la donna ha corso incontro al povero sventurato gridando un “watch your steps” privo di senso visto che stavamo tranquillamente camminadno per i fatti nostri; spingendolo, senza fare i conti con la mole dell’interessato, è finita sbalzata via. Evidentemente era alle prime armi.








Cena all'Hard Rock Cafè: situato a Timesquare, questo posto mi è davvero piaciuto. Bello fin da fuori, all’ingresso abbiamo 2 negozietti con gadget, maglie e cappellini, tutti di ottima fattura e degni regali per parenti e amici. Scendendo al piano di sotto, il ristorante in puro stile “Happy Days”. La cameriera che ci ha servito era fortissima, abbigliata e pettinata in tema col locale (come le altre del resto). La musica che accompagnava la cena era ottima, con gruppi come gli Abba, i Megadeth dei primi tempi, e gruppi ancora più vecchi come i Journey del 1975. Per una volta tanto, niente Vasco o Liga a rovinarmi l'appetito. Abbiamo mangiato su un tavolo rialzato altissimo. Ho preso un cheeseburger e birra, non mi ricordo che altro. Altri 2 colleghi hanno preso un piatto di roba mista con fritture di pollo, cipolle, involtini primavera, abbinamenti surreali. Particolare inoltre la ciotola con un miscuglio di salse A CASO nei quali era già adagiata la roba, e che quindi si sono dovuti sorbire obbligatoriamente. Per quel che mi riguarda ho mangiato discretamente bene, anche se, ripeto, il grosso l’ha fatto il locale con la sua atmosfera. Abbiamo incontrato altri gruppi di italiani, indice che il locale merita.
Fari che saluta con la manina

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